Anno 2021 anno 16

EDITORIALE – 50 ANNI DI TERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE IN ITALIA

La Terapia Comportamentale, divenuta ben presto Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC, ovvero la CBT in inglese), fu introdotta in Italia cinquanta anni fa. Le due principali associazioni di TCC italiane ricordano questo anniversario. L’AIAMC (l’Associazione Italiana di Analisi e Modificazione del Comportamento) tiene a Napoli, nell’ambito del XVIII Congresso “Ritorno al futuro dal comportamentismo al cognitivismo andata e ritorno”, una Tavola Rotonda dal titolo “La terapia cognitivo comportamentale tra passato e presente: 50 anni di storia della CBT in Italia”. La SITCC (la Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva) celebra il “Cinquantesimo anniversario di fondazione dell’associazione”.

La figura chiave della diffusione iniziale di questa psicoterapia (vedi Psychomed 1-3, 2018) fu Vic Meyer, psicologo e terapeuta inglese di origine polacca allievo di H.J. Eysenck, che curò il training di alcuni psicoterapeuti di entrambe le associazioni e fu protagonista dei primi eventi che fecero conoscere la TCC in Italia. La sua impronta è ancora presente nella procedura di assessment chiamata “Formulazione del caso clinico”, nonché nella procedura di trattamento del DOC mediante “Esposizione e Prevenzione della Risposta” (Exposure and Response Prevention o ERP): la comunità scientifica riconosce a “Vic” la paternità di entrambe le procedure.

Questo numero di Psychomed, pertanto, dedicato ad importanti temi di ricerca attuali, contiene anche due articoli “storici” pubblicati da Meyer nel 1973 e nel 1975, che permettono un raffronto ideale tra ora ed allora.
I 3 articoli di ricerca provengono, come ormai di prassi per questa rivista, dai lavori del Corso di Metodologia della Ricerca (CdM) in Psicoterapia, organizzato dalla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-comportamentale e Intervento Psicosociale del Centro per la Ricerca in Psicoterapia.

Il primo articolo, “Metodologia della ricerca in psicoterapia: usi ed abusi della metanalisi” di Lucio Sibilia, tema affrontato nell’ultimo CdM, ha come oggetto l’analisi statistica nella ricerca stessa – elemento fondante della TCC – e mette in luce soprattutto gli abusi dei metodi di analisi.

Il secondo “Test anxiety: dalla revisione della letteratura all’ideazione di un programma trans- diagnostico di trattamento” di Gloria Bartolaccini, Valentina Costa, Antonella Sinagoga e Annalisa Urbano, che deriva dai lavori di ricerca del CdM dell’anno precedente, identifica modelli e metodi di intervento per l’ansia da valutazione, per arrivare ad una proposta di trattamento trans-diagnostico.

Il terzo “Efficacia dei trattamenti trans-diagnostici cognitivo-comportamentali nei disturbi emozionali” di Mariangela Cerasuolo, Priscilla Cecala, Morena Castagna, Sara Fiano, Giovambattista Lo Russo, Natalia Perotto e Francesca Splendori, tratto dai lavori del CdM dell’anno ancora precedente, fa una rassegna sull’efficacia di tali interventi, arrivando alla

conclusione che i trattamenti cognitivo-comportamentali trans-diagnostici rappresentano una valida alternativa a quelli diagnosi-specifici, soprattutto quando vi è comorbilità con più disturbi emozionali.
Il caso clinico di questo numero è un esempio di trattamento trans-diagnostico individualizzato, con relativa “formulazione del caso”, e può essere lo spunto per interessanti riflessioni sia sulla trasmissione trans-generazionale dei disturbi emozionali sia sul cambiamento sociologico nei confronti della omosessualità avvenuto nel nostro Paese, e non solo, negli ultimi 50 anni.

I due articoli storici, “Considerazioni sulla terapia comportamentale” (V. Meyer & A. Liddel, 1973) e “L’impatto della ricerca sulle applicazioni cliniche della terapia comportamentale (V. Meyer, 1973), sorprendono per la mantenuta attualità dell’approccio al trattamento, in termini di continuità teorica e pratica: il valore fondante della ricerca scientifica da un lato e la formu- lazione del singolo caso dall’altro sono rimasti alla base della TCC.

Infine i due poster, che si focalizzano su due importanti aree di intervento come la cessazione del fumo e i sistemi di supporto per i problemi mentali nella scuola, sono stati selezionati tra quelli presentati nel 16° Congresso Internazionale di Medicina Comportamentale (16th International Congress of Behavioural Medicine: “Interdisciplinary behavioural medicine: systems, network and interventions), tenutosi a Glasgow nel giugno 2021. Il programma del Congresso testimonia il grande sviluppo della Medicina Comportamentale, che ora sarebbe più proprio chiamare Medicina Psicosociale, data l’espansione degli studi sui determinanti psicosociali di salute e malattia.

Stefania Borgo e Lucio Sibilia