Viene descritto il caso di un paziente omosessuale inviato ad un servizio di psicologia per sintomatologia depressivo-ansiosa. Il paziente aveva adottato nei confronti del suo orientamento sessuale un coping evitativo ed un atteggiamento passivo-anassertivo, soprattutto per la vergogna derivante dall’auto-stigma. Aveva un fratello sposato con tre figli e deceduto 3 anni prima. L’inquadramento trans-diagnostico del caso clinico induce a identificare obiettivi terapeutici a breve, medio e lungo termine quali: sostegno e supporto psicologico nell’immediato, e poi, una volta migliorato il tono dell’umore, ridurre l’auto-stigma per l’HIV, l’omofobia interiorizzata, e quindi risolvere i problemi relazionali e i comportamenti di evitamento. Preso atto che i suoi comportamenti di evitamento sono stati appresi nel contesto familiare, la psicoterapia procede speditamente, soprattutto da quando il paziente ha iniziato a prendere decisioni a suo favore e seguendo le sue inclinazioni. Oggi si è trasferito in una nuova casa dove vive felice, ha anche comprato una nuova auto e ha conosciuto un uomo che frequenta da alcuni mesi.